Il biogas Man e Wykes Engineering lo vedono così. Se dal letame nascono i fiori, cantava De Andrè, dagli scarti alimentari nasce… elettricità. Man Diesel & Turbo si è fatta carico di una commessa dagli importanti risvolti ambientali: da Wykes Engineering, nella cittadina inglese di Rushden, è operativo un power plant a biogas che ha il suo cuore nel Man 20V35/44G, in grado di generare elettricità partendo dal biogas ottenuto facendo fermentare scarti alimentari. Il contratto è stato siglato e completato nell’arco di soli otto mesi.

Elettricità da scarti alimentari

Il motore Man dà alla luce 10,4 MW di elettricità. Il nuovo generatore si aggiunge al già installato 7L51/60DF, che processa biogas dal 2014. Il gruppo si occupa di fornire energia alla rete locale, e può contare attualmente su una capacità complessiva di circa 17 MW. A finire nel calderone dell’impianto per uscirne sotto forma di biogas sono rifiuti alimentari come avanzi di carne, di frutta e latticini che sono stati ritenuti non idonei al consumo. Il biogas è, appunto, il risultato della decomposizione di questi materiali all’interno del fermentatore: viene usato per alimentare tanto il vecchio quanto il nuovo motore firmato dal Leone, in modo da generare energia da fonti rinnovabili. «Il mercato dell’energia in Regno Unito è particolarmente interessante per noi in quanto la fornitura di energia e la domanda stanno muovendo nella direzione di abbandonare le fonti fossili, e questo sta avendo ricadute sui prezzi dell’energia», ha affermato Hajo Hoops, Senior sales manager nell’ambito Gas power plants in Man Diesel & Turbo. «Inoltre, la Brexit implica una politica di fornitura di energia largamente autonoma. Questo aspetto renderà il Regno Unito molto interessante per Man durante i prossimi anni».

Un unicum in Europa

L’impianto di Rushden rappresenta una novità nel panorama europeo. Solitamente, le centrali a biogas sfruttano granturco, mais, sorgo e altri insilati e operano con motori di piccole dimensioni, con una capacità attorno ai mille chilowatt, spesso erogati da due o più unità in linea. Al contrario l’impianto inglese riesce a strappare potenze decisamente superiori facendo ricorso agli scarti alimentari, non a materie prime. Quel che si dice la giusta direzione verso la risoluzione del conflitto ‘food – no food’ nell’alimentazione degli impianti di fermentazione anerobica.

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